Marche arse dal sole di giugno Oleandro bianco che sordido strappi I miei pomeriggi impastati e sudati. Grano rovente d'ispido velluto Spruzzi di ginestre aspre nel verde stancato Cieli dipinti e piatti d'azzurro.
Chi siete e dove portate? Riempirmi gli occhi di voi non mi basta. E la calda dolcezza di queste colline Sia nei gesti e nei miei accenti Di ciò che straniera un giorno dirò Più grande forse e lontana da qui.
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