In frigo, verdura a redenzione dei pranzi di Natale.
Nell’ingresso, guanti, sciarpe, cappelli, tutti di lana, raccolti negli anni.
Fuori dalla finestra, un’ora di luce in più
a tramonto di un giorno freddo, secco e pungente.
Sulle mensole, candele e poco più.
In agenda, appuntamenti da spostare
ma che sogno di annullare.
Sul comodino, una crema mani potente
che non sa di niente.
In calendario, weekend vuoti ma pieni di noi.
Nelle mattine, odore di caffè e succo d’arancia.
Nella testa, bisogno di questa quiete.

L'idea di questo post, che vorrei facesse parte di una serie per il 2024, viene da qui.
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